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PIANTE TERAPEUTICHE

QUALI SONO GLI EFFETTI TERAPEUTICI DEL CARDO MARIANO ?

Il Silybum Marianum o cardo mariano  è la pianta più studiata nel trattamento delle malattie epatiche. I suoi semi contengono dei principi attivi che vengono utilizzati contro le malattie epatiche.

 Il complesso attivo del cardo mariano è un estratto lipofilo dei semi ed è composto da tre flavonolignani isomeri (silibina, silodianina e silicristina) noti collettivamente come silimarina.

La silibina è un componente con il maggior grado di attività biologica e costituisce il 50%-70% della silimarina. Ha un effetto antiossidante, antiinfiammatorio, antifibrotico, immunomodulante e epatoprotettiva.

Grazie alle sue proprietà antiossidanti, blocca o previene la perossidazione lipidica, responsabile della distruzione delle membrane cellulari e gioca un ruolo nella rimozione dei radicali liberi (specie reattive dell’ossigeno che danneggiano le strutture cellulari). Inoltre, migliora gli esiti delle malattie epatiche causate dal danno ossidativo.

L'uso dei semi di cardo mariano come protettore del fegato risale al primo secolo. L'attività antiossidante è uno dei fattori importanti per l'epatoprotezione. Potenziale antiepatotossico: La silimarina protegge le cellule epatiche da molte epatotossine (sostanze chimiche capaci di procurare un danno epatico) nell'uomo e negli animali.

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Gli effetti antinfiammatori della silibina vanno oltre l'inibizione dei meccanismi dipendenti dalle specie reattive dell'ossigeno che agiscono come agenti pro-infiammatori. Ostacola il processio infiammatorio tramite inibizione della migrazione dei neutrofili e inibizione delle cellule Kuppfer. 

Inoltre, inibisce anche la formazione dei mediatori infiammatori di tipo prostaglandine e leucotrieni e inibisce il rilascio d’istamina dai basofili. Quindi i semi di cardo mariano possono possedere attività antiallergiche e antiasmatiche.

La somministrazione a lungo termine di silimarina migliora l'immunità aumentando i linfociti T, le interleuchine e riducendo tutti i tipi di immunoglobuline. La silimarina può essere utile nello sviluppo di coadiuvanti terapeutici in cui è necessaria l'immunosoppressione, comprese le malattie autoimmuni e infettive

Inoltre, silibina riduce la sintesi dei fosfolipidi nel fegato, neutralizzando l’inibizione della sintesi dei fosfolipidi indotta dall’etanolo. Infine, la silimarina inibisce in modo significativo la perossidazione lipidica epatica e può ridurre la sintesi dei trigliceridi nel fegato.

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