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DEPURAZIONE
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LA PRIMAVERA, É IL TEMPO DI DEPURARSI !

La primavera è come un nuovo inizio dopo l'inverno. È il momento perfetto per liberarsi dalle vecchie energie e abbracciare la freschezza e la vitalità che questa stagione porta con sé.

Con l'arrivo della primavera, molti di noi sentono il desiderio di liberarsi dalle tossine e dalle impurità (causate dal consumo alcolico, dai cibi grassi, zuccherati, fritti e alimenti trattati) accumulate nel corpo per sentirsi più leggeri e vitali. Anche se il nostro organismo ha già dei meccanismi di depurazione naturali grazie ai suoi organi, come il fegato, l'intestino e i reni, in questo periodo dell'anno possiamo dare loro una mano extra per migliorarne l'efficienza.

Il fegato è l’organo che ha bisogno di purificazione maggiormente nel nostro corpo a causa dell’accumulo di tossine. I ruoli principali del fegato sono:

  • produrre la bile,
  • favorire la trasformazione degli alimenti assorbiti,
  • immagazzinare lo zucchero sottoforma di glicogeno.

Inoltre, ha un ruolo fondamentale sulla sintesi del colesterolo e dei trigliceridi, e sul metabolismo dei lipidi.

Come depurare il fegato in primavera con la fitoterapia?

Il cardo mariano, noto scientificamente come Silybum Marianum, contiene un potente principio attivo chiamato silimarina, che è ampiamente riconosciuto per i suoi benefici sulla salute del fegato.

La silimarina è particolarmente efficace nel migliorare la funzionalità epatica in diversi modi. Innanzitutto, aiuta nell'eliminazione delle tossine dall'organismo, svolgendo un ruolo chiave nella detossificazione. Inoltre, favorisce la rigenerazione delle cellule epatiche, contribuendo così a mantenere il fegato sano e funzionante.

                                               

Oltre a ciò, la silimarina può aiutare a proteggere il fegato dagli effetti dannosi di farmaci, fumo e altre sostanze tossiche, agendo come uno scudo protettivo per questo importante organo.

Il carciofo, conosciuto scientificamente come Cynara Scolymus, è ricco di micronutrienti e principi attivi che lo rendono estremamente utile per la salute epatica. La cinarina, l'acido clorogenico e i flavonoidi presenti nelle foglie del carciofo favoriscono la mobilizzazione dei grassi, l'escrezione della bile e la riduzione del colesterolo, contribuendo così alla salute del fegato.

                                           

Le foglie di carciofo sono particolarmente rinomate per la loro capacità di stimolare la diuresi e di eliminare le tossine dall'organismo. Anche se il loro sapore è amaro, i benefici che offrono sono notevoli: aiutano a ridurre il gonfiore addominale, favoriscono l'eliminazione dei liquidi in eccesso e rinvigoriscono la circolazione.

La radice di tarassaco, nota scientificamente come Taraxacum Officinale, è famosa per le sue proprietà depurative e antinfiammatorie.  Le sue proprietà depurative e drenanti possono favorire il corretto funzionamento del fegato, stimolando la produzione di bile e agevolando il processo di eliminazione dalle tossine accumulate nell'organismo.

Gli estratti ottenuti dalle parti aeree del tarassaco hanno dimostrato di possedere diverse proprietà che favoriscono la bellezza e la salute della pelle. Questi estratti sono noti per le loro proprietà antimacchia, che possono contribuire a ridurre l'aspetto delle macchie cutanee e delle discromie, favorendo così un colorito più uniforme della pelle.

                                             

Il tarassaco può aiutare a stimolare l'attività renale, favorendo la produzione di urina e la rimozione delle scorie e delle tossine attraverso i reni. Questo può essere particolarmente utile per ridurre la ritenzione idrica e favorire la disintossicazione dell'organismo.

La colina, è una sostanza essenziale per il corpo umano che svolge diverse funzioni importanti, inclusa quella di facilitare il flusso della bile e favorire lo svuotamento della cistifellea. La sua azione consiste nel solubilizzare i grassi, aiutando così a prevenire il loro accumulo nel fegato.

Quando si tratta di proteggere e sostenere la salute del fegato, è utile considerare l'assunzione di piante epatoprotettrici, che possono essere utilizzate in combinazione per ottenere benefici sinergici. Noi possiamo integrare queste piante nella nostra dieta per proteggere il fegato da danni e stress, migliorando la sua funzionalità e favorendo la disintossicazione dell'organismo. Grazie alle loro proprietà, queste piante possono offrire un valido sostegno per mantenere il nostro fegato in salute e promuovere il benessere generale del nostro corpo.

Venneria, E. (2008). Valorizzazione dei prodotti ortofrutticoli tradizionali: effetti dell’efficacia antiossidante su modelli in vitro, ex vivo ed in vivo. Takkella, N., Konuri, A., Kishore, A., Rai, K. S., & Bhat, K. M. (2018). Role of Choline-Docosahexaenoic acid and Trigonella foenum graecum Seed Extract on Ovariectomy Induced Dyslipidemia and Oxidative Stress in Rat Model. Journal of Krishna Institute of Medical Sciences (JKIMSU)7(1). DI SUPERSMART, I. C. Come ridurre la ritenzione idrica a livello dell’addome?. Omega2024, 01-11. Basnizki, Y., Zohary, D., & Mayer, A. M. (1992). Contenuto di cinarina e acido clorogenico nei semi germinanti di carciofo (Cynara scolymus L.). Journal of Genetics and Breeding46. GRASSO, C. S. N. F. LA SILIMARINA. De Fiore, R. Gli epatoprotettori proteggono il fegato?. Yang, Y., & Li, S. (2015). Dandelion extracts protect human skin fibroblasts from UVB damage and cellular senescence. Oxidative Medicine and Cellular Longevity2015. https://www.lombardinaturopata.it/2019/04/03/primavera-la-stagione-ideale-depurarefegato/#:~:text=Gli%20alimenti%20anticolesterolo%20per%20eccellenza,oilo%20extra%20vergine%20di%20oliva. Crocker, P. (2015). Succhi e centrifughe (Vol. 245). Newton Compton Editori.

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IMMUNITÀ
IMMUNITÀ

PUREWAY-CPER LE VOSTRE DIFESE

La vitamina C, nota anche come acido L-ascorbico, è una vitamina idrosolubile presente naturalmente in alcuni alimenti, aggiunta ad altri e disponibile come integratore alimentare. È un nutriente di cui il corpo ha bisogno per formare i vasi sanguigni, la cartilagine, i muscoli e il collagene delle ossa. É fondamentale per il processo di guarigione dell'organismo ed è un antiossidante che aiuta a proteggere le cellule dagli effetti dei radicali liberi.

La vitamina C ha un’elevata solubilità nell’acqua. Per questo motivo, l’assorbimento dal lume intestinale e l’ingresso nelle cellule sono limitati e la maggior parte di essa viene eliminata attraverso le urine.

PureWay-Cè una forma avanzata della vitamina C con maggior capacità di assorbimento e captazione rispetto a tutte le altre forme. Grazie alla tecnologia dei metaboliti lipidici della vitamina C, essa diventa più liposolubile. In questo modo la sua capacità e la velocità d’assorbimento al livello intestinale viene aumentata.

Ha un tasso di assorbimento e di assimilazione più elevato di tutte le forme di vitamina C. I metaboliti lipidici della vitamina C risultano essere 36% più biodisponibili rispetto a Ester-C, il 133% rispetto alla vitamina C standard e 91% rispetto all’ascorbato.

                             

PureWay-Ccontiene anche i bioflavonoidi da agrumi nella sua formulazione che proteggono la vitamina C dall’ossidazione, supportano ulteriormente il sistema immunitario e hanno un ruolo nel curare le ferite.

 

Hemilä, H. (2017). Vitamin C and infections. Nutrients9(4), 339. Schlueter, A. K., & Johnston, C. S. (2011). Vitamin C: overview and update. Journal of Evidence-Based Complementary & Alternative Medicine16(1), 49-57. Bellows, L., Moore, R., Anderson, J., & Young, L. (2012). Water-soluble vitamins: B-complex and vitamin C. Food and nutrition series. Health; no. 9.312. Pancorbo, D., Vazquez, C., & Fletcher, M. A. (2008). Vitamin C-lipid metabolites: uptake and retention and effect on plasma C-reactive protein and oxidized LDL levels in healthy volunteers. Medical Science Monitor14(11), CR547-CR551. Weeks, B. S., & Perez, P. P. (2007). Absorption rates and free radical scavenging values of vitamin C-lipid metabolites in human lymphoblastic cells. Medical science monitor13(10), BR205-BR210

 

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OMEGA-3
OMEGA-3

ENERGIA IN PIÙ, PERFORMANCE IN PIÙ

Gli acidi grassi poliinsaturi a lunga catena come l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesanoico (DHA) sono profondamente ricercati per i loro effetti sul nostro corpo, e sono molto importanti per la salute cardiovascolare, per la salute del cervello, per la capacità visiva e anche per la loro azione antiinfiammatoria.

C'è un interesse crescente nel trovare nutrienti e integratori che possano migliorare le prestazioni atletiche e il recupero. Perché è stato riportato un aumento dello stress ossidativo muscolare e delle risposte infiammatorie tra gli sportivi. Inoltre, è noto che l'esercizio fisico estenuante o non abituale può portare a stanchezza muscolare, indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata e diminuzione delle prestazioni.

È stato dimostrato che gli acidi grassi polinsaturi Omega-3 (EPA e DHA) riducono la produzione di  molecole che scatenano le reazioni infiammatorie (eicosanoidi infiammatori, citochine ), hanno effetti immunomodulatori e attenuano le malattie infiammatorie.

Gli Omega-3 contribuiscono alle prestazioni sportive con diversi effetti:

  • Effetto sui muscoli: EPA e DHA possono potenzialmente migliorare la massa o la funzione muscolare attraverso un effetto benefico sulla sintesi proteica
  • Recupero migliorato: l periodo di recupero da esercizio acuto è definito come le prime 96 ore dopo l'esercizio. È stato descritto che l'EPA e il DHA aumentano l'integrità strutturale delle membrane delle cellule muscolari, il che potrebbe spiegare l'effetto protettivo dell'EPA/DHA.
  • Un cuore più forte : Diversi studi hanno dimostrato che gli Omega-3 aumentano il livello di assorbimento dell'ossigeno da parte del muscolo cardiaco.
  • Effetto sulle articolazioni: I dolori articolari sono estremamente comuni nella popolazione atletica a causa di fattori biomeccanici locali, come il grado di carico dell'articolazione e il carico anomalo, oltre che per il frequente verificarsi di lesioni articolari. Gli Omega-3, grazie al loro effetto antinfiammatorio possono favorire la riduzione della rigidità e dolore articolare.

Gammone, M. A., Riccioni, G., Parrinello, G., & D’orazio, N. (2019). Omega-3 polyunsaturated fatty acids: Benefits and endpoints in sport. Nutrients11(1), 46. Simopoulos, A. P. (2007). Omega-3 fatty acids and athletics. Current sports medicine reports6(4), 230-236. Bryhn, M. (2015). Prevention of sports injuries by marine omega-3 fatty acids. Journal of the American College of Nutrition34(sup1), 60-61. Walser, B., Giordano, R. M., & Stebbins, C. L. (2006). Supplementation with omega-3 polyunsaturated fatty acids augments brachial artery dilation and blood flow during forearm contraction. European journal of applied physiology97, 347-354. Thielecke F, Blannin A. Omega-3 Fatty Acids for Sport Performance—Are They Equally Beneficial for Athletes and Amateurs? A Narrative Review. Nutrients. 2020; 12(12):3712. https://doi.org/10.3390/nu12123712

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PIANTE TERAPEUTICHE
PIANTE TERAPEUTICHE

QUALI SONO GLI EFFETTI TERAPEUTICI DEL CARDO MARIANO ?

Il Silybum Marianum o cardo mariano  è la pianta più studiata nel trattamento delle malattie epatiche. I suoi semi contengono dei principi attivi che vengono utilizzati contro le malattie epatiche.

 Il complesso attivo del cardo mariano è un estratto lipofilo dei semi ed è composto da tre flavonolignani isomeri (silibina, silodianina e silicristina) noti collettivamente come silimarina.

La silibina è un componente con il maggior grado di attività biologica e costituisce il 50%-70% della silimarina. Ha un effetto antiossidante, antiinfiammatorio, antifibrotico, immunomodulante e epatoprotettiva.

Grazie alle sue proprietà antiossidanti, blocca o previene la perossidazione lipidica, responsabile della distruzione delle membrane cellulari e gioca un ruolo nella rimozione dei radicali liberi (specie reattive dell’ossigeno che danneggiano le strutture cellulari). Inoltre, migliora gli esiti delle malattie epatiche causate dal danno ossidativo.

L'uso dei semi di cardo mariano come protettore del fegato risale al primo secolo. L'attività antiossidante è uno dei fattori importanti per l'epatoprotezione. Potenziale antiepatotossico: La silimarina protegge le cellule epatiche da molte epatotossine (sostanze chimiche capaci di procurare un danno epatico) nell'uomo e negli animali.

Vuoi saperne di più?

Gli effetti antinfiammatori della silibina vanno oltre l'inibizione dei meccanismi dipendenti dalle specie reattive dell'ossigeno che agiscono come agenti pro-infiammatori. Ostacola il processio infiammatorio tramite inibizione della migrazione dei neutrofili e inibizione delle cellule Kuppfer. 

Inoltre, inibisce anche la formazione dei mediatori infiammatori di tipo prostaglandine e leucotrieni e inibisce il rilascio d’istamina dai basofili. Quindi i semi di cardo mariano possono possedere attività antiallergiche e antiasmatiche.

La somministrazione a lungo termine di silimarina migliora l'immunità aumentando i linfociti T, le interleuchine e riducendo tutti i tipi di immunoglobuline. La silimarina può essere utile nello sviluppo di coadiuvanti terapeutici in cui è necessaria l'immunosoppressione, comprese le malattie autoimmuni e infettive

Inoltre, silibina riduce la sintesi dei fosfolipidi nel fegato, neutralizzando l’inibizione della sintesi dei fosfolipidi indotta dall’etanolo. Infine, la silimarina inibisce in modo significativo la perossidazione lipidica epatica e può ridurre la sintesi dei trigliceridi nel fegato.

Abenavoli, L., Capasso, R., Milic, N., & Capasso, F. (2010). Milk thistle in liver diseases: past, present, future. Phytotherapy Research24(10), 1423-1432. Hackett, E. S., Twedt, D. C., & Gustafson, D. L. (2013). Milk thistle and its derivative compounds: a review of opportunities for treatment of liver disease. Journal of veterinary internal medicine27(1), 10-16. Bhattacharya, S. (2011). Phytotherapeutic properties of milk thistle seeds: An overview. J Adv Pharm Educ Res1, 69-79. Jacobs, B. P., Dennehy, C., Ramirez, G., Sapp, J., & Lawrence, V. A. (2002). Milk thistle for the treatment of liver disease: a systematic review and meta-analysis. The American journal of medicine113(6), 506-515.

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COENZIMA Q10
COENZIMA Q10

SCOPRI L'ANTIOSSIDANTE UBICHINOLO

Il coenzima Q10 (CoQ10 o viene chiamato anche l’ubichinone) è un composto essenziale presente naturalmente in quasi tutte le cellule del corpo umano ed è noto anche come ubichinone.

Il CoQ10 è una sostanza solubile nei lipidi il cui ruolo principale è quello di intermedio essenziale per la produzione di energia nei mitocondri. Una quantità adeguate di CoQ10 sono necessarie per la respirazione cellulare e la produzione di ATP. Il CoQ10 funziona anche come antiossidante intercellulare e la sua presenza è stata dimostrata in tutte le membrane cellulari e nel sangue.

Numerosi processi patologici associati alla carenza di CoQ10 possono trarre beneficio dall'integrazione di CoQ10, tra cui carenze primarie e secondarie di CoQ10, malattie mitocondriali, fibromialgia (sindrome caratterizzata da dolore e rigidità muscolare), malattie cardiovascolari, malattie neurodegenerative, cancro, diabete mellito, aterosclerosi, emicrania, infertilità maschile e malattia parodontale.

Inoltre, è stato riferito che i pazienti che assumono farmaci per la riduzione del colesterolo, che bloccano la sintesi di CoQ10 inducendo una carenza di CoQ10 nel muscolo cardiaco, dovrebbero rafforzare il loro cuore con un supplemento di CoQ10.

L’ubichinolo (CoQH) è la forma ridotta e attiva dell’ubichinone e si trova quasi in tutte le cellule del nostro corpo. Il corpo umano utilizza CoQ10 convertendolo nella sua forma attiva (CoQH).

Essendo la forma attiva, viene utilizzato direttamente dall’organismo. Pertanto agisce più velocemente rispetto alla forma standard (CoQ10).

L'ubichinolo svolge un ruolo importante nella prevenzione dei danni ossidativi ai lipidi di membrana e nella prevenzione dell'avvio e/o nella propagazione delle LDL (viene chiamato anche come colesterolo cattivo) del siero. Quindi è un potente antiossidante.

                         

A partire dei 40 anni la capacità del nostro corpo di convertire il CoQ10 in CoQH diminuisce. Quindi diventa indispensabile l'assunzione dell'ubichinolo come un supplemento.

Garrido-Maraver, J., Cordero, M. D., Oropesa-Ávila, M., Fernández Vega, A., De La Mata, M., Delgado Pavón, A., ... & Sánchez-Alcázar, J. A. (2014). Coenzyme q10 therapy. Molecular syndromology5(3-4), 187-197. Dallner, G., & Stocker, R. (2005). Coenzyme Q10. Encyclopedia of dietary supplements, 121-131. Langsjoen, P. H. (1994). Introduction to coenzyme Q10. Texas, University of Texas Medical Branch at Galveston http://faculty. washington. edu/ely/coenzq10. html (25.4. 2009). Garrido-Maraver, J., Cordero, M. D., Oropesa-Avila, M., Vega, A. F., de la Mata, M., Pavon, A. D., ... & Sanchez-Alcazar, J. A. (2014). Clinical applications of coenzyme Q10. Front Biosci (Landmark Ed)19(4), 619-633. Ernster, L., & Forsmark-Andree, P. (1993). Ubiquinol: an endogenous antioxidant in aerobic organisms. The clinical investigator71, S60-S65. Frei, B., Kim, M. C., & Ames, B. N. (1990). Ubiquinol-10 is an effective lipid-soluble antioxidant at physiological concentrations. Proceedings of the National Academy of Sciences87(12), 4879-4883. Evans, M., Baisley, J., Barss, S., & Guthrie, N. (2009). A randomized, double-blind trial on the bioavailability of two CoQ10 formulations. Journal of Functional Foods1(1), 65-73. Alf, D., Schmidt, M. E., & Siebrecht, S. C. (2013). Ubiquinol supplementation enhances peak power production in trained athletes: a double-blind, placebo controlled study. Journal of the International Society of Sports Nutrition10(1), 24.

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VITAMINA B12
VITAMINA B12

HAI MAI SENTITO DELL'OMOCISTEINA? 

L'omocisteina è un aminoacido prodotto nell'organismo e viene prodotta da un altro aminoacido chiamato "metionina". Nell'organismo si verifica un ciclo (ciclo di metilazione) continuo in cui l'omocisteina e la metionina vengono convertite l'una nell'altra.  I livelli elevati d’omocisteina vengono determinati come un fattore di rischio per le malattie croniche. È auspicabile che il livello di omocisteina nell'organismo sia inferiore a 10 mcmol/L. 

Gli studi hanno dimostrato che esiste una correlazione tra iperomocisteinemia (il riscontro un'elevata concentrazione di omocisteina nel sangue) e il ritardo mentale, crescita accelerata, osteoporosi (una malattia caratterizzata da un deterioramento della quantità e della qualità dell'osso), trombosi venose e arteriose (caratterizzata dall'ostruzione di una vena o di un'arteria). Inoltre una concentrazione plasmatica elevata di omocisteina potrebbe anche causare a aterosclerosi.

Tra le principali cause di iperomocisteinemia ci sono:

  • Predisposizione genetica a livelli elevati di omocisteina (mutazione del gene MTHFR, un enzima che converte i folati (vitamina B9) provenienti dal cibo nella forma attiva e utilizzabile dal corpo );
  • Dieta priva o carente di vitamine B, soprattutto B12, acido folico e B6
  • Fumo
  • Stress
  • Sedentarietà

La diagnosi viene verificato eseguendo un semplice esame del sangue per misuare quanto è presente nel sangue. Questo può anche rilevare se si ha una carenza vitaminica o identificare la causa di coaguli di sangue inspiegabili.

Una volta diagnosticata, potrebbe essere necessario modificare la dieta per abbassare i livelli di omocisteina. Se hai una carenza di vitamine, puoi aumentare l’assunzione contemporanea delle vitamine B6, B12 e l'acido folico e/o mangiando cibi ricchi di folati come verdure, succo d’arancia e fagioli.

Bendini, M. G., Lanza, G. A., Mazza, A., Giordano, A., Leggio, M., Menichini, G., ... & Giordano, G. (2007). Fattori di rischio delle malattie cardiovascolari: esiste ancora un ruolo per l'omocisteina. G Ital Cardiol8(3), 148-160. Van Dam, F., & Van Gool, W. A. (2009). Hyperhomocysteinemia and Alzheimer's disease: A systematic review. Archives of gerontology and geriatrics48(3), 425-430. Morris, M. S. (2003). Homocysteine and Alzheimer's disease. The Lancet Neurology2(7), 425-428. Gerhard, G. T., & Duell, P. B. (1999). Homocysteine and atherosclerosis. Current opinion in lipidology10(5), 417-428. Finkelstein, J. D., & Martin, J. J. (2000). Homocysteine. The international journal of biochemistry & cell biology32(4), 385-389.

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SALUTE DEL FEGATO
SALUTE DEL FEGATO

SAPEVI LE CAUSE PRINCIPALI DEL FEGATO GRASSO ?

Esistono tre tipologie principali di steatosi epatica:

  • La steatosi epatica alcolica.
  • La steatosi epatica non alcolica.
  • La steatosi epatica acuta della gravidanza

La steatosi epatica non alcolica è una patologia emergente che comprende un ampio spettro di condizioni epatiche, dalla semplice steatosi fino ad arrivare allo sviluppo di cirrosi e di carcinoma epatocellulare che è il tumore maligno del fegato più comune.

L’inizio della steatosi epatica comprende l’accumulo dei trigliceridi nelle cellule del tessuto epatico.I fattori principali di questo evento sono un consumo eccessivo di  cibi grassi (obesità, insulinoresistenza e malnutrizione), un aumento della sintesi dei trigliceridi (iperinsulinemia, eccessivo consumo dei carboidrati) ed alcune variazioni sul metabolismo lipidico (assunzione dei medicinali, insulinoresistenza).

La steatosi epatica non alcolica si incontra spesso (50%) tra i pazienti affetti da diabete di tipo 2. L’insulina ha un ruolo fondamentale all’assorbimento degli acidi grassi dalle cellule, cosi’ come il glucosio. Poiché si sviluppa una resistenza alla funzionalità dell’insulina, aumentano i livelli degli acidi grassi al circolo in quanto non possono essere assorbiti dalle cellule.

L’altra causa della steatosi epatica è l’obesità. Obesità viene valutata secondo l’indice di massa corporea (IMC) che  viene calcolato dividendo il peso corporeo (kg) per la statura (metri) al quadrato. Aumentando il valore di IMC aumenta anche il rischio d’incidenza alla steatosi epatica.

Sindrome metabolica essendo caratterizzata dal manifestarsi di condizioni quali obesità, iperlipidemia, ipertensione arteriosa e ridotta sensibilità all’insulina, esiste un rischio almeno triplicato di diabete e soprattutto di accumulo di grasso nei compartimenti viscerali e arterie, quindi arteriosclerosi e fegato, da cui ne deriva NAFLD (non alcoholic fatty liver disease) o steatosi epatica semplice NASH (non alcoholic steatohepetatitis.)

Infezioni da Virus:  Epatite cronica C causa un aumento piú o meno consistente di grasso nelle cellule epatiche. In corso di infezione da HIV, è frequente l’accumulo di grasso nel fegato sia spontaneo sia in seguito alla terapia antiretrovirale.

La steatosi epatica alcolica è provocata dall’accumulo di trigliceridi a livello delle cellule epatiche, causato da un eccessivo consumo di alcool. A favorire l’accumulo del trigliceridi nel fegato, possono essere addizionati ulteriori fattori, quali, l’obesità e una dieta ipercalorica e iperlipidica.

La steatosi epatica acuta della gravidanza è una rara, poco conosciuta patologia che si manifesta vicino al termine. Le pazienti possono avere un diffetto ereditario nella beta ossidazione mitocondriale degli acidi grassi (che fornisce energia per il muscolo scheletrico e cardiaco).

 

Tinghino, B. (2003). La fitoterapia nella disassuefazione da tabagismo. Tabaccologia2, 33-38. Romeo, E., Amante, A., De Luca, G., & Caserta, C. (2018). STEATOSI EPATICA NON ALCOLICA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE E ATEROSCLEROSI. Lampi di stampa. Andreoni, M. Gestione della steatosi epatica non alcolica: dallo stile di vita, all'alimentazione, alla terapia di oggi e del futuro. GRASSO, C. S. N. F. LA SILIMARINA. Scoglio, R., & Grattagliano, I. Nuove linee guida americane per la gestione dei pazienti con steatosi epatica non alcolica in soggetti adulti nelle Cure Primarie. Fatti non foste a viver come bruti Ma per seguir virtute e canoscenza…, 10. Peritore, A., Di Lisi, D., Meschisi, M., Macaione, F., Cuttitta, F., Panno, D., ... & Novo, S. (2011). Sindrome metabolica e steatosi epatica: valutazione degli indici di insulino-resistenza e dei marker di flogosi. Cardiologia Ambulatoriale2, 90-96. Bugianesi, E., & Marietti, M. (2016). Non-alcoholic fatty liver disease (NAFLD). Recenti Progressi in Medicina107(7), 360-368.

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