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SALUTE DEL FEGATO
SALUTE DEL FEGATO

4 INGREDIENTI ESSENZIALI PER IL FEGATO

Il fegato svolge numerose funzioni essenziali per il nostro organismo, tra cui:

  1. Detossificazione: elimina le tossine e le sostanze nocive dal sangue.
  2. Produzione della bile: facilita la digestione dei grassi.
  3. Regolazione metabolica: controlla i livelli di glucosio, lipidi e proteine nel sangue.
  4. Sintesi proteica: produce proteine importanti come l’albumina e i fattori della coagulazione.
  5. Stoccaggio: immagazzina vitamine (A, D, E, K) e minerali come il ferro.
  6. Sistema immunitario: contribuisce a difendere l’organismo attraverso le cellule di Kupffer.
  7. Eliminazione dei globuli rossi vecchi: il fegato ricicla ferro ed elimina i prodotti di scarto.

Un organo vitale che lavora incessantemente per mantenerci in equilibrio!

La colina, il cardo mariano, il tarassaco e l’estratto di carciofo sono quattro ingredienti fondamentali per la salute del fegato.

La supplementazione di colina ha dimostrato di normalizzare il metabolismo del colesterolo, un effetto sufficiente a prevenire lo sviluppo della steatoepatite non alcolica (NASH) e a migliorare la funzionalità epatica. Questo beneficio deriva dalla capacità della colina di supportare il trasporto e il metabolismo dei grassi nel fegato, riducendo l'accumulo lipidico e l'infiammazione che sono caratteristici della NASH. Inoltre, contribuisce a migliorare la sintesi della VLDL (lipoproteina a bassissima densità), favorendo l'esportazione di lipidi dal fegato, con effetti protettivi sulla salute epatica.

Il cardo mariano (Silybum marianum) è una delle piante più efficaci per la protezione e la detossificazione del fegato. Può raggiungere fino a 2 metri di altezza ed è caratterizzato da foglie e fiori spinosi. È riconosciuto in molti paesi come farmaco fitoterapico. La parte medicinale della pianta è costituita dai suoi semi, ricchi di silimarina, un complesso di flavonolignani (silibina, isosilibina, silicristina e silidianina) con effetti epatoprotettivi e rigenerativi.

La silimarina aumenta i livelli di glutatione nel fegato, contribuendo a neutralizzare i danni ossidativi, senza stimolare la secrezione biliare. Questo rende il cardo mariano adatto nei casi in cui altre piante drenanti sono controindicate.

È impiegato soprattutto per:

  • Danni epatici da alcol
  • Steatosi epatica non alcolica
  • Epatite cronica e cirrosi epatica
  • Danni epatici da farmaci o tossine
    Inoltre, è utile per il controllo della glicemia e dei livelli di colesterolo.

 

Il carciofo (Cynara scolymus) è una pianta molto apprezzata nella fitoterapia moderna. Le sue proprietà curative si trovano principalmente nelle foglie, mentre il fiore non ne contiene in quantità significativa. Le sostanze attive più importanti del carciofo sono l'acido caffeico e i suoi esteri (cinarina), la cui concentrazione si riduce notevolmente durante il processo di essiccazione. Altri componenti attivi includono acido clorogenico, lattoni sesquiterpenici e flavonoidi.

Il carciofo ha effetti coleretici, antiossidanti e epatoprotettivi. Riduce i livelli di colesterolo nel sangue ed è indicato in caso di dispepsia, mancanza di appetito e colon irritabile. Inoltre, aiuta a prevenire la formazione di calcoli biliari a base di colesterolo ed è impiegato nei trattamenti drenanti.

Il tarassaco (Taraxacum officinale) appartiene alla famiglia delle Asteraceae ed è originario dell'Europa e dell'Asia settentrionale. Le foglie sono un’aggiunta gustosa e salutare per le insalate, ricche di minerali come potassio, beta-carotene, flavonoidi, lattoni sesquiterpenici, acido taraxinico e steroli.

Principalmente, il tarassaco è utilizzato come diuretico, anche se l’effetto è meno marcato nelle radici a causa del contenuto di inulina, una fibra prebiotica che favorisce la salute della flora intestinale e aiuta a regolare i livelli di zucchero nel sangue. Ha anche un effetto coleretico confermato.

È impiegato come tonico amaro per stimolare l’appetito, in caso di dispepsia e per il trattamento del fegato grasso legato all’obesità. Inoltre, è utile nei trattamenti drenanti e come terapia aggiuntiva per il controllo del colesterolo, la cellulite e la perdita di peso.ù

Quando si tratta di proteggere e sostenere la salute del fegato, è utile considerare l'assunzione di piante epatoprotettrici, che possono essere utilizzate in combinazione per ottenere benefici sinergici. Noi possiamo integrare queste piante nella nostra dieta per proteggere il fegato da danni e stress, migliorando la sua funzionalità e favorendo la disintossicazione dell'organismo. Grazie alle loro proprietà, queste piante possono offrire un valido sostegno per mantenere il nostro fegato in salute e promuovere il benessere generale del nostro corpo.

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OMEGA-3
OMEGA-3

GLI OMEGA-3 E L’AZIONE ANTINFIAMMATORIA

Avete mai sentito parlare l’effetto antinfiammatorio degli Omega-3?

L'infiammazione è la risposta del nostro sistema immunitario a infezioni, irritazioni o lesioni. Si manifesta con segni come rossore, calore, gonfiore, dolore e, a volte, una ridotta funzionalità della zona colpita. Questo processo è fondamentale per difendere il corpo e mantenere un equilibrio nel funzionamento di organi e tessuti. Tuttavia, se l'infiammazione dura troppo a lungo, diventando cronica, può contribuire allo sviluppo di malattie a lungo termine.

Gli Omega-3 sono grassi buoni che possono aiutare a calmare l'infiammazione nel corpo. Lo fanno modificando le cellule e riducendo le sostanze che la causano. Grazie a queste proprietà, possono essere molto utili nel controllare le infiammazioni legate al sistema nervoso, alle articolazioni, all'intestino e per alcune malattie legate al sistema immunitario.

Assumere Omega-3 in dosi elevate può contribuire a migliorare i sintomi delle malattie infiammatorie che colpiscono le articolazioni, come l'artrite reumatoide. Le ricerche dimostrano che questi acidi grassi possono aiutare a ridurre gonfiore e dolore nelle articolazioni.

                                                                   

Alcuni studi suggeriscono che gli Omega-3 possano stimolare la produzione di sostanze che riducono l'infiammazione anche a livello intestinale, offrendo così possibili benefici a chi ha la malattia infiammatoria intestinale (IBD).       

                                           

Un buon apporto di Omega-3 è fondamentale anche per la salute degli occhi e per lo sviluppo del cervello. Ci sono sempre più prove che un maggior consumo di Omega-3, come l'EPA (acido eicosapentaenoico) e il DHA (acido docosaesaenoico) possa aiutare in problemi psicologici e neurologici, soprattutto nelle malattie che danneggiano il cervello. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che gli Omega-3 agiscono sulle cellule, modulano l’infiammazione e proteggono le cellule contro i danni ossidativo con l’effetto antiossidante.

                                     

In conclusione, gli Omega-3 agiscono sull'infiammazione in tutto il corpo e offrono un grande potenziale per alleviare i sintomi di disturbi legati al sistema immunitario.

 

Kostoglou-Athanassiou, I., Athanassiou, L., & Athanassiou, P. (2020). The effect of omega-3 fatty acids on rheumatoid arthritis. Mediterranean journal of rheumatology31(2), 190-194. Kang, J. X., & Weylandt, K. H. (2008). Modulation of inflammatory cytokines by omega-3 fatty acids. Lipids in Health and Disease, 133-143. Mori, T. A., & Beilin, L. J. (2004). Omega-3 fatty acids and inflammation. Current atherosclerosis reports6(6), 461-467. Calder, P. C. (2010). Omega-3 fatty acids and inflammatory processes. Nutrients2(3), 355-374. Simopoulos, A. P. (2002). Omega-3 fatty acids in inflammation and autoimmune diseases. Journal of the American College of nutrition21(6), 495-505. Geusens, P., Wouters, C., Nijs, J., Jiang, Y., & Dequeker, J. (1994). Long‐term effect of omega‐3 fatty acid supplementation in active rheumatoid arthritis. Arthritis & Rheumatism: Official Journal of the American College of Rheumatology37(6), 824-829. Cabré, E., Mañosa, M., & Gassull, M. A. (2012). Omega-3 fatty acids and inflammatory bowel diseases–a systematic review. British Journal of Nutrition107(S2), S240-S252. Giacobbe, J., Benoiton, B., Zunszain, P., Pariante, C. M., & Borsini, A. (2020). The anti-inflammatory role of omega-3 polyunsaturated fatty acids metabolites in pre-clinical models of psychiatric, neurodegenerative, and neurological disorders. Frontiers in Psychiatry11, 450833. Dyall, S. C., & Michael-Titus, A. T. (2008). Neurological benefits of omega-3 fatty acids. Neuromolecular medicine, 10(4), 219-235. Laye, S., Nadjar, A., Joffre, C., & Bazinet, R. P. (2018). Anti-inflammatory effects of omega-3 fatty acids in the brain: physiological mechanisms and relevance to pharmacology. Pharmacological reviews70(1), 12-38. Teitelbaum, J. E., & Walker, W. A. (2001). the role of omega 3 fatty acids in intestinal inflammation. The Journal of nutritional biochemistry12(1), 21-32.

 

 

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VITAMINA B12
VITAMINA B12

CHI RISCHIA CARENZA DI VITAMINA B12?

La carenza alimentare di vitamina B12 è determinata di solito da un inadeguato assorbimento, dall’uso dei certi farmaci o da un apporto insufficiente della vitamina stessa.

Apporto Insufficente

La carenza di vitamina B12 di solito si sviluppa nei soggetti che non consumano ne i prodotti di origine animale (vegani) ne gli integratori alimentari contenenti la vitamina B12.

Possiamo dire che i neonati allattati da una madre vegana possono essere a rischio di carenza di vitamina B12.

Assorbimento inadeguato

L’assorbimento inadeguato della vitamina B12 può essere causato dalle condizioni seguenti:

  • Iperproliferazione batterica batterica a livelli intestinale: in questo caso, i batteri utilizzano la vitamina B12 ingerita e ne viene assorbita una quantità minore.
  • Malattie infiammatorie intestinali (colite ulcerosa, Morbo di Crohn).
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  • Chirurgia bariatrica.
  • Malattie epatiche (possono interferire con la conservazione della vitamina B12) e pancreatiche
  • Diminuzione dell’acido gastrico che è più comune negli anziani

Uso dei farmaci

L’utilizzo di alcuni farmaci potrebbe cambiare l’assorbimento e il metabolismo della vitamina B12.

La metformina diminuisce significativamente i livelli di vitamina B12, causando all’iperomocisteinemia. Per questo motivo i pazienti affetti dal diabete sono più suscettibili alla carenza della vitamina B12.

La terapia con gli inibitori della pompa protonica a lungo termine aumenta il rischio della carenza della vitamina B12 riducendo la capacità digestiva di rilasciare la vitamina B12 dagli alimenti. Alla fine la quantità di vitamina B12 assorbita dall’organismo è ridotta.

Gli anticadi bloccano la secrezione dell’acido dallo stomaco e questo può portare a un malassorbimento della vitamina B12.

 

VIGNOZZI, C. (2022). Prevalenza della carenza di vitamina B12 nel paziente grande anziano. Pozzuoli, G. M., Laudato, M., Barone, M., Del Buono, A., Pozzuoli, B., Laudato, M. P., & Del Buono, M. (2018). La carenza di vitamina B12 e la terapia con metformi-na a lungo termine. Studio osservazionale cross-sectional in soggetti con diabete tipo2, 21-4. Ricci, G., Valtorta, P., & Ghiazza, B. La carenza di vitamina B12 e acido folico nell'anziano non anemico: studio di. Pancreas4(2), 6. Hunt, A., Harrington, D., & Robinson, S. (2014). Vitamin B12 deficiency. Bmj349. Den Elzen, W. P. J., Groeneveld, Y., De Ruijter, W., Souverijn, J. H. M., Le Cessie, S., Assendelft, W. J. J., & Gussekloo, J. (2008). Long‐term use of proton pump inhibitors and vitamin B12 status in elderly individuals. Alimentary pharmacology & therapeutics27(6), 491-497. Miller, J. W. (2018). Proton pump inhibitors, H2-receptor antagonists, metformin, and vitamin B-12 deficiency: clinical implications. Advances in Nutrition9(4), 511S-518S. Kibirige, D., & Mwebaze, R. (2013). Vitamin B12 deficiency among patients with diabetes mellitus: is routine screening and supplementation justified?. Journal of Diabetes & Metabolic Disorders12, 1-6.

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MAGNESIO
MAGNESIO

PERCHE IL MAGNESIO PER IL GIORNO E PER LA SERA? 

Il magnesio è in cima alla lista dei nutrienti cruciali. È il quarto minerale più abbondante nell'organismo umano e contribuisce a regolare il battito cardiaco, i cicli del sonno, la contrazione muscolare, la produzione di energia, la funzione immunitaria, l'equilibrio ormonale e molto altro ancora. Se si scava nella ricerca, i benefici del magnesio sembrano infiniti. Si può dire che assumere una quantità sufficiente di magnesio non è negoziabile.

Ecco una panoramica delle funzioni corporee per le quali il magnesio svolge un ruolo chiave:

  • Energia e metabolismo
  • Contrazione e rilassamento muscolare
  • Rilascio dei neurotrasmettitori
  • Normale funzionalità della ghiandola paratiroidea
  • Tono vascolare
  • Sintesi e attivazione degli enzimi
  • Ritmo cardiaco
  • Trombosi piastrinica attivata
  • Osteogenesi
  • Stabilità strutturale degli enzimi

Il magnesio contribuisce al metabolismo energetico dei muscoli e svolge un ruolo fondamentale per la salute del sistema nervoso.

Poiché possiede proprietà così diverse, è importante sapere quale magnesio preferire in base alla sua funzione nell'organismo, al suo assorbimento e al momento dell'assunzione.

Gli studi sulla biodisponibilità di diversi sali di magnesio dimostrano costantemente che i sali organici di magnesio (ad esempio, il magnesio citrato, taurato, bisglicinato) hanno una biodisponibilità maggiore rispetto ai sali inorganici (ad esempio, il magnesio ossido).

MAGNESIO PER IL GIORNO

Il magnesio malato è un integratore alimentare che combina il minerale essenziale magnesio e l'acido malico, un composto organico presente in frutta e verdura. Questa combinazione è utilizzata per alleviare il dolore cronico, migliorare le prestazioni fisiche, aumentare i livelli di energia, combattere la stanchezza cronica.

Molti studi confermano che il magnesio citrato può prevenire l'emicrania e migliorarne i sintomi, ed è anche la migliore opzione per contribuire al recupero muscolare e contro il dolore in fibromialgia.

Il magnesio taurato contiene l’amminoacido taurina. Questo tipo di magnesio è fondamentale per la salute cardiovascolare, sopprattutto per mantenere una buona pressione sanguigna.

MAGNESIO PER LA SERA

Il magnesio bisglicinato, talvolta chiamato semplicemente glicinato, è probabilmente il tipo di magnesio più popolare sul mercato e il più studiato per quanto riguarda il sonno. Agisce aumentando i livelli di acido gamma-aminobutirrico (GABA), un importante aminoacido coinvolto nel sonno. Quando la sera si inizia a dormire, il GABA segnala al cervello che è ora di andare a letto e gradualmente la comunicazione cerebrale inizia a rallentare, aiutando a raggiungere frequenze cerebrali più basse, fino a raggiungere il sonno profondo. Il magnesio bisglicinato sostiene questo percorso mantenendo sani i livelli di GABA.

Quindi, è essenziale utilizzare il magnesio in diversi tipi e in diversi momenti per la nostra energia quotidiana, per la salute dei muscoli e del cuore e per un sonno sano.

 

Henry, P. R., & Benz, S. A. (1995). Magnesium bioavailability. In Bioavailability of nutrients for animals (pp. 201-237). Academic Press. Newson, J. La guida completa al magnesio. Vignola, N. The Power of Sleep: your number 1 optimisation tool. Walker, A. F., Marakis, G., Christic, S., & Byng, M. (2003). Mg citrate found more bioavailable than other Mg preparations in a randomised, double-blind study. Magnesium research16(3), 183-191. Guerrera, M. P., Volpe, S. L., & Mao, J. J. (2009). Therapeutic uses of magnesium. American family physician80(2), 157-162. Köseoglu, E., Talaslioglu, A., Gönül, A. S., & Kula, M. (2008). The effects of magnesium prophylaxis in migraine without aura. Magnes Res21(2), 101-108. Chycki, J., Golas, A., Halz, M., Maszczyk, A., Toborek, M., & Zajac, A. (2018). Chronic ingestion of sodium and potassium bicarbonate, with potassium, magnesium and calcium citrate improves anaerobic performance in elite soccer players. Nutrients10(11), 1610. Boulis, M., Boulis, M., & Clauw, D. (2021). Magnesium and fibromyalgia: a literature review. Journal of primary care & community health12, 21501327211038433.

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DEPURAZIONE

LA PRIMAVERA, É IL TEMPO DI DEPURARSI !

La primavera è come un nuovo inizio dopo l'inverno. È il momento perfetto per liberarsi dalle vecchie energie e abbracciare la freschezza e la vitalità che questa stagione porta con sé.

Con l'arrivo della primavera, molti di noi sentono il desiderio di liberarsi dalle tossine e dalle impurità (causate dal consumo alcolico, dai cibi grassi, zuccherati, fritti e alimenti trattati) accumulate nel corpo per sentirsi più leggeri e vitali. Anche se il nostro organismo ha già dei meccanismi di depurazione naturali grazie ai suoi organi, come il fegato, l'intestino e i reni, in questo periodo dell'anno possiamo dare loro una mano extra per migliorarne l'efficienza.

Come depurare il corpo in primavera ?

1. Detox Nutrizionale

  • Prodotti di stagione: Concentrati su verdure primaverili come spinaci, cavolo riccio, asparagi, tarassaco e rucola. Sono ricche di nutrienti e supportano la detossificazione del fegato.
  • Acqua e limone: Inizia la giornata con acqua tiepida e succo di limone fresco per idratarti e stimolare la digestione.
  • Frullati e centrifughe: Prepara bevande detox con verdure a foglia verde, cetriolo, zenzero e frutta come mele o ananas.
  • Evita i cibi trasformati: Elimina zuccheri raffinati, additivi artificiali e alimenti molto lavorati per alcune settimane.
  • Tisane: Bevi tisane depurative come tè verde, tarassaco o cardo mariano.                                              

2. Supporto con Integratori

Supporto per il fegato

Il fegato è l’organo che ha bisogno di purificazione maggiormente nel nostro corpo a causa dell’accumulo di tossine. I ruoli principali del fegato sono:

  • produrre la bile,
  • favorire la trasformazione degli alimenti assorbiti,
  • immagazzinare lo zucchero sottoforma di glicogeno.

Inoltre, ha un ruolo fondamentale sulla sintesi del colesterolo e dei trigliceridi, e sul metabolismo dei lipidi.

Date tutte queste proprietà rigenerative e disintossicanti, la protezione del fegato svolge un ruolo fondamentale nella depurazione del corpo. 

 

                                       

Gli integratori fondamentali per la depurazione

Le foglie di carciofo sono particolarmente rinomate per la loro capacità di stimolare la diuresi e di eliminare le tossine dall'organismo. La silimarina da cardo mariano  aiuta nell'eliminazione delle tossine dall'organismo. La radice di tarassaco è famosa per le sue proprietà depurative e antinfiammatorie. La colina è essenziale per il corpo umano, favorisce il flusso biliare, lo svuotamento della cistifellea e solubilizza i grassi, prevenendone l'accumulo nel fegato.

3. Idratazione Potenziata

  • Acqua aromatizzata: Aggiungi cetriolo, menta, fette di agrumi o frutti di bosco alla tua acqua per renderla più gustosa.
  • Elettroliti: Includi acqua di cocco o un pizzico di sale marino nell’acqua per reintegrare i minerali.                                                

4. Movimento ed Esercizio

  • Attività all’aperto: Approfitta delle giornate più calde con passeggiate, escursioni, giri in bicicletta o yoga al parco.
  • Esercizi dolci: Prova attività a basso impatto come stretching, Pilates o yoga rigenerante per migliorare la circolazione e il drenaggio linfatico.
  • Rebounding: Utilizza un mini-trampolino per stimolare il flusso linfatico e favorire la detossificazione.

5. Detox della Pelle

  • Spazzolatura a secco: Stimola la circolazione ed esfolia la pelle con una spazzola a secco prima della doccia.
  • Bagni con sali di Epsom: Fai un bagno caldo con sali di Epsom per rilassare i muscoli e favorire l’eliminazione delle tossine.
  • Cura della pelle naturale: Sostituisci i prodotti chimici con alternative naturali e biologiche.
  • Fitoterapia: Gli estratti ottenuti dalle parti aeree del tarassaco hanno dimostrato di possedere diverse proprietà che favoriscono la bellezza e la salute della pelle. Questi estratti sono noti per le loro proprietà antimacchia, che possono contribuire a ridurre l'aspetto delle macchie cutanee e delle discromie, favorendo così un colorito più uniforme della pelle.

6. Detox Mente-Corpo

  • Meditazione e respirazione: Pratica la meditazione consapevole o esercizi di respirazione profonda per ridurre lo stress e schiarire la mente.
  • Digital detox: Trascorri del tempo lontano da schermi, social media e dispositivi per ricaricarti.
  • Scrittura: Scrivi i tuoi pensieri, obiettivi o gratitudini per liberare la mente.

 

Venneria, E. (2008). Valorizzazione dei prodotti ortofrutticoli tradizionali: effetti dell’efficacia antiossidante su modelli in vitro, ex vivo ed in vivo. Takkella, N., Konuri, A., Kishore, A., Rai, K. S., & Bhat, K. M. (2018). Role of Choline-Docosahexaenoic acid and Trigonella foenum graecum Seed Extract on Ovariectomy Induced Dyslipidemia and Oxidative Stress in Rat Model. Journal of Krishna Institute of Medical Sciences (JKIMSU)7(1). DI SUPERSMART, I. C. Come ridurre la ritenzione idrica a livello dell’addome?. Omega2024, 01-11. Basnizki, Y., Zohary, D., & Mayer, A. M. (1992). Contenuto di cinarina e acido clorogenico nei semi germinanti di carciofo (Cynara scolymus L.). Journal of Genetics and Breeding46. GRASSO, C. S. N. F. LA SILIMARINA. De Fiore, R. Gli epatoprotettori proteggono il fegato?. Yang, Y., & Li, S. (2015). Dandelion extracts protect human skin fibroblasts from UVB damage and cellular senescence. Oxidative Medicine and Cellular Longevity2015. https://www.lombardinaturopata.it/2019/04/03/primavera-la-stagione-ideale-depurarefegato/#:~:text=Gli%20alimenti%20anticolesterolo%20per%20eccellenza,oilo%20extra%20vergine%20di%20oliva. Crocker, P. (2015). Succhi e centrifughe (Vol. 245). Newton Compton Editori.  Gruppo San Donato. Dieta disintossicante di primavera: gli alimenti per eliminare le tossine. Dr. Vandelli. Detox di Primavera: rivitalizza il tuo corpo con le erbe depurative. La Scienza della Salute. Pronti alla Primavera? Ecco come ricostituire corpo e mente al cambio di stagione.  Pausa detox: come depurarsi in primavera. Farmaderbe. Pulizie di primavera con un detox mirato.

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IMMUNITÀ
IMMUNITÀ

PUREWAY-CPER LE VOSTRE DIFESE

La vitamina C, nota anche come acido L-ascorbico, è una vitamina idrosolubile presente naturalmente in alcuni alimenti, aggiunta ad altri e disponibile come integratore alimentare. È un nutriente di cui il corpo ha bisogno per formare i vasi sanguigni, la cartilagine, i muscoli e il collagene delle ossa. É fondamentale per il processo di guarigione dell'organismo ed è un antiossidante che aiuta a proteggere le cellule dagli effetti dei radicali liberi.

La vitamina C ha un’elevata solubilità nell’acqua. Per questo motivo, l’assorbimento dal lume intestinale e l’ingresso nelle cellule sono limitati e la maggior parte di essa viene eliminata attraverso le urine.

PureWay-Cè una forma avanzata della vitamina C con maggior capacità di assorbimento e captazione rispetto a tutte le altre forme. Grazie alla tecnologia dei metaboliti lipidici della vitamina C, essa diventa più liposolubile. In questo modo la sua capacità e la velocità d’assorbimento al livello intestinale viene aumentata.

Ha un tasso di assorbimento e di assimilazione più elevato di tutte le forme di vitamina C. I metaboliti lipidici della vitamina C risultano essere 36% più biodisponibili rispetto a Ester-C, il 133% rispetto alla vitamina C standard e 91% rispetto all’ascorbato.

                             

PureWay-Ccontiene anche i bioflavonoidi da agrumi nella sua formulazione che proteggono la vitamina C dall’ossidazione, supportano ulteriormente il sistema immunitario e hanno un ruolo nel curare le ferite.

 

Hemilä, H. (2017). Vitamin C and infections. Nutrients9(4), 339. Schlueter, A. K., & Johnston, C. S. (2011). Vitamin C: overview and update. Journal of Evidence-Based Complementary & Alternative Medicine16(1), 49-57. Bellows, L., Moore, R., Anderson, J., & Young, L. (2012). Water-soluble vitamins: B-complex and vitamin C. Food and nutrition series. Health; no. 9.312. Pancorbo, D., Vazquez, C., & Fletcher, M. A. (2008). Vitamin C-lipid metabolites: uptake and retention and effect on plasma C-reactive protein and oxidized LDL levels in healthy volunteers. Medical Science Monitor14(11), CR547-CR551. Weeks, B. S., & Perez, P. P. (2007). Absorption rates and free radical scavenging values of vitamin C-lipid metabolites in human lymphoblastic cells. Medical science monitor13(10), BR205-BR210

 

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OMEGA-3
OMEGA-3

ENERGIA IN PIÙ, PERFORMANCE IN PIÙ

Gli acidi grassi poliinsaturi a lunga catena come l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesanoico (DHA) sono profondamente ricercati per i loro effetti sul nostro corpo, e sono molto importanti per la salute cardiovascolare, per la salute del cervello, per la capacità visiva e anche per la loro azione antiinfiammatoria.

C'è un interesse crescente nel trovare nutrienti e integratori che possano migliorare le prestazioni atletiche e il recupero. Perché è stato riportato un aumento dello stress ossidativo muscolare e delle risposte infiammatorie tra gli sportivi. Inoltre, è noto che l'esercizio fisico estenuante o non abituale può portare a stanchezza muscolare, indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata e diminuzione delle prestazioni.

È stato dimostrato che gli acidi grassi polinsaturi Omega-3 (EPA e DHA) riducono la produzione di  molecole che scatenano le reazioni infiammatorie (eicosanoidi infiammatori, citochine ), hanno effetti immunomodulatori e attenuano le malattie infiammatorie.

Gli Omega-3 contribuiscono alle prestazioni sportive con diversi effetti:

  • Effetto sui muscoli: EPA e DHA possono potenzialmente migliorare la massa o la funzione muscolare attraverso un effetto benefico sulla sintesi proteica
  • Recupero migliorato: l periodo di recupero da esercizio acuto è definito come le prime 96 ore dopo l'esercizio. È stato descritto che l'EPA e il DHA aumentano l'integrità strutturale delle membrane delle cellule muscolari, il che potrebbe spiegare l'effetto protettivo dell'EPA/DHA.
  • Un cuore più forte : Diversi studi hanno dimostrato che gli Omega-3 aumentano il livello di assorbimento dell'ossigeno da parte del muscolo cardiaco.
  • Effetto sulle articolazioni: I dolori articolari sono estremamente comuni nella popolazione atletica a causa di fattori biomeccanici locali, come il grado di carico dell'articolazione e il carico anomalo, oltre che per il frequente verificarsi di lesioni articolari. Gli Omega-3, grazie al loro effetto antinfiammatorio possono favorire la riduzione della rigidità e dolore articolare.

Gammone, M. A., Riccioni, G., Parrinello, G., & D’orazio, N. (2019). Omega-3 polyunsaturated fatty acids: Benefits and endpoints in sport. Nutrients11(1), 46. Simopoulos, A. P. (2007). Omega-3 fatty acids and athletics. Current sports medicine reports6(4), 230-236. Bryhn, M. (2015). Prevention of sports injuries by marine omega-3 fatty acids. Journal of the American College of Nutrition34(sup1), 60-61. Walser, B., Giordano, R. M., & Stebbins, C. L. (2006). Supplementation with omega-3 polyunsaturated fatty acids augments brachial artery dilation and blood flow during forearm contraction. European journal of applied physiology97, 347-354. Thielecke F, Blannin A. Omega-3 Fatty Acids for Sport Performance—Are They Equally Beneficial for Athletes and Amateurs? A Narrative Review. Nutrients. 2020; 12(12):3712. https://doi.org/10.3390/nu12123712

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PIANTE TERAPEUTICHE
PIANTE TERAPEUTICHE

QUALI SONO GLI EFFETTI TERAPEUTICI DEL CARDO MARIANO ?

Il Silybum Marianum o cardo mariano  è la pianta più studiata nel trattamento delle malattie epatiche. I suoi semi contengono dei principi attivi che vengono utilizzati contro le malattie epatiche.

 Il complesso attivo del cardo mariano è un estratto lipofilo dei semi ed è composto da tre flavonolignani isomeri (silibina, silodianina e silicristina) noti collettivamente come silimarina.

La silibina è un componente con il maggior grado di attività biologica e costituisce il 50%-70% della silimarina. Ha un effetto antiossidante, antiinfiammatorio, antifibrotico, immunomodulante e epatoprotettiva.

Grazie alle sue proprietà antiossidanti, blocca o previene la perossidazione lipidica, responsabile della distruzione delle membrane cellulari e gioca un ruolo nella rimozione dei radicali liberi (specie reattive dell’ossigeno che danneggiano le strutture cellulari). Inoltre, migliora gli esiti delle malattie epatiche causate dal danno ossidativo.

L'uso dei semi di cardo mariano come protettore del fegato risale al primo secolo. L'attività antiossidante è uno dei fattori importanti per l'epatoprotezione. Potenziale antiepatotossico: La silimarina protegge le cellule epatiche da molte epatotossine (sostanze chimiche capaci di procurare un danno epatico) nell'uomo e negli animali.

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Gli effetti antinfiammatori della silibina vanno oltre l'inibizione dei meccanismi dipendenti dalle specie reattive dell'ossigeno che agiscono come agenti pro-infiammatori. Ostacola il processio infiammatorio tramite inibizione della migrazione dei neutrofili e inibizione delle cellule Kuppfer. 

Inoltre, inibisce anche la formazione dei mediatori infiammatori di tipo prostaglandine e leucotrieni e inibisce il rilascio d’istamina dai basofili. Quindi i semi di cardo mariano possono possedere attività antiallergiche e antiasmatiche.

La somministrazione a lungo termine di silimarina migliora l'immunità aumentando i linfociti T, le interleuchine e riducendo tutti i tipi di immunoglobuline. La silimarina può essere utile nello sviluppo di coadiuvanti terapeutici in cui è necessaria l'immunosoppressione, comprese le malattie autoimmuni e infettive

Inoltre, silibina riduce la sintesi dei fosfolipidi nel fegato, neutralizzando l’inibizione della sintesi dei fosfolipidi indotta dall’etanolo. Infine, la silimarina inibisce in modo significativo la perossidazione lipidica epatica e può ridurre la sintesi dei trigliceridi nel fegato.

Abenavoli, L., Capasso, R., Milic, N., & Capasso, F. (2010). Milk thistle in liver diseases: past, present, future. Phytotherapy Research24(10), 1423-1432. Hackett, E. S., Twedt, D. C., & Gustafson, D. L. (2013). Milk thistle and its derivative compounds: a review of opportunities for treatment of liver disease. Journal of veterinary internal medicine27(1), 10-16. Bhattacharya, S. (2011). Phytotherapeutic properties of milk thistle seeds: An overview. J Adv Pharm Educ Res1, 69-79. Jacobs, B. P., Dennehy, C., Ramirez, G., Sapp, J., & Lawrence, V. A. (2002). Milk thistle for the treatment of liver disease: a systematic review and meta-analysis. The American journal of medicine113(6), 506-515.

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COENZIMA Q10
COENZIMA Q10

SCOPRI L'ANTIOSSIDANTE UBICHINOLO

Il coenzima Q10 (CoQ10 o viene chiamato anche l’ubichinone) è un composto essenziale presente naturalmente in quasi tutte le cellule del corpo umano ed è noto anche come ubichinone.

Il CoQ10 è una sostanza solubile nei lipidi il cui ruolo principale è quello di intermedio essenziale per la produzione di energia nei mitocondri. Una quantità adeguate di CoQ10 sono necessarie per la respirazione cellulare e la produzione di ATP. Il CoQ10 funziona anche come antiossidante intercellulare e la sua presenza è stata dimostrata in tutte le membrane cellulari e nel sangue.

Numerosi processi patologici associati alla carenza di CoQ10 possono trarre beneficio dall'integrazione di CoQ10, tra cui carenze primarie e secondarie di CoQ10, malattie mitocondriali, fibromialgia (sindrome caratterizzata da dolore e rigidità muscolare), malattie cardiovascolari, malattie neurodegenerative, cancro, diabete mellito, aterosclerosi, emicrania, infertilità maschile e malattia parodontale.

Inoltre, è stato riferito che i pazienti che assumono farmaci per la riduzione del colesterolo, che bloccano la sintesi di CoQ10 inducendo una carenza di CoQ10 nel muscolo cardiaco, dovrebbero rafforzare il loro cuore con un supplemento di CoQ10.

L’ubichinolo (CoQH) è la forma ridotta e attiva dell’ubichinone e si trova quasi in tutte le cellule del nostro corpo. Il corpo umano utilizza CoQ10 convertendolo nella sua forma attiva (CoQH).

Essendo la forma attiva, viene utilizzato direttamente dall’organismo. Pertanto agisce più velocemente rispetto alla forma standard (CoQ10).

L'ubichinolo svolge un ruolo importante nella prevenzione dei danni ossidativi ai lipidi di membrana e nella prevenzione dell'avvio e/o nella propagazione delle LDL (viene chiamato anche come colesterolo cattivo) del siero. Quindi è un potente antiossidante.

                         

A partire dei 40 anni la capacità del nostro corpo di convertire il CoQ10 in CoQH diminuisce. Quindi diventa indispensabile l'assunzione dell'ubichinolo come un supplemento.

Garrido-Maraver, J., Cordero, M. D., Oropesa-Ávila, M., Fernández Vega, A., De La Mata, M., Delgado Pavón, A., ... & Sánchez-Alcázar, J. A. (2014). Coenzyme q10 therapy. Molecular syndromology5(3-4), 187-197. Dallner, G., & Stocker, R. (2005). Coenzyme Q10. Encyclopedia of dietary supplements, 121-131. Langsjoen, P. H. (1994). Introduction to coenzyme Q10. Texas, University of Texas Medical Branch at Galveston http://faculty. washington. edu/ely/coenzq10. html (25.4. 2009). Garrido-Maraver, J., Cordero, M. D., Oropesa-Avila, M., Vega, A. F., de la Mata, M., Pavon, A. D., ... & Sanchez-Alcazar, J. A. (2014). Clinical applications of coenzyme Q10. Front Biosci (Landmark Ed)19(4), 619-633. Ernster, L., & Forsmark-Andree, P. (1993). Ubiquinol: an endogenous antioxidant in aerobic organisms. The clinical investigator71, S60-S65. Frei, B., Kim, M. C., & Ames, B. N. (1990). Ubiquinol-10 is an effective lipid-soluble antioxidant at physiological concentrations. Proceedings of the National Academy of Sciences87(12), 4879-4883. Evans, M., Baisley, J., Barss, S., & Guthrie, N. (2009). A randomized, double-blind trial on the bioavailability of two CoQ10 formulations. Journal of Functional Foods1(1), 65-73. Alf, D., Schmidt, M. E., & Siebrecht, S. C. (2013). Ubiquinol supplementation enhances peak power production in trained athletes: a double-blind, placebo controlled study. Journal of the International Society of Sports Nutrition10(1), 24.

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VITAMINA B12
VITAMINA B12

HAI MAI SENTITO DELL'OMOCISTEINA? 

L'omocisteina è un aminoacido prodotto nell'organismo e viene prodotta da un altro aminoacido chiamato "metionina". Nell'organismo si verifica un ciclo (ciclo di metilazione) continuo in cui l'omocisteina e la metionina vengono convertite l'una nell'altra.  I livelli elevati d’omocisteina vengono determinati come un fattore di rischio per le malattie croniche. È auspicabile che il livello di omocisteina nell'organismo sia inferiore a 10 mcmol/L. 

Gli studi hanno dimostrato che esiste una correlazione tra iperomocisteinemia (il riscontro un'elevata concentrazione di omocisteina nel sangue) e il ritardo mentale, crescita accelerata, osteoporosi (una malattia caratterizzata da un deterioramento della quantità e della qualità dell'osso), trombosi venose e arteriose (caratterizzata dall'ostruzione di una vena o di un'arteria). Inoltre una concentrazione plasmatica elevata di omocisteina potrebbe anche causare a aterosclerosi.

Tra le principali cause di iperomocisteinemia ci sono:

  • Predisposizione genetica a livelli elevati di omocisteina (mutazione del gene MTHFR, un enzima che converte i folati (vitamina B9) provenienti dal cibo nella forma attiva e utilizzabile dal corpo );
  • Dieta priva o carente di vitamine B, soprattutto B12, acido folico e B6
  • Fumo
  • Stress
  • Sedentarietà

La diagnosi viene verificato eseguendo un semplice esame del sangue per misuare quanto è presente nel sangue. Questo può anche rilevare se si ha una carenza vitaminica o identificare la causa di coaguli di sangue inspiegabili.

Una volta diagnosticata, potrebbe essere necessario modificare la dieta per abbassare i livelli di omocisteina. Se hai una carenza di vitamine, puoi aumentare l’assunzione contemporanea delle vitamine B6, B12 e l'acido folico e/o mangiando cibi ricchi di folati come verdure, succo d’arancia e fagioli.

Bendini, M. G., Lanza, G. A., Mazza, A., Giordano, A., Leggio, M., Menichini, G., ... & Giordano, G. (2007). Fattori di rischio delle malattie cardiovascolari: esiste ancora un ruolo per l'omocisteina. G Ital Cardiol8(3), 148-160. Van Dam, F., & Van Gool, W. A. (2009). Hyperhomocysteinemia and Alzheimer's disease: A systematic review. Archives of gerontology and geriatrics48(3), 425-430. Morris, M. S. (2003). Homocysteine and Alzheimer's disease. The Lancet Neurology2(7), 425-428. Gerhard, G. T., & Duell, P. B. (1999). Homocysteine and atherosclerosis. Current opinion in lipidology10(5), 417-428. Finkelstein, J. D., & Martin, J. J. (2000). Homocysteine. The international journal of biochemistry & cell biology32(4), 385-389.

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